Segnicità e cangiantismo
in Remo Romagnuolo
Ciò che consente di verificare la mostra recentemente inaugurata di Remo Romagnuolo negli spazi dell'Antisala dei Baroni al castello del Maschio Angioino di Napoli è la consistenza dell'impegno da parte dell'artista di restituzione del dato oggettivo al di là della messa in campo di strategie figurative che appaiono premianti talvolta la scansione materica e talaltra l'incardinamento di un'intelaiatura d'ordine geometrico. Il percorso seguito nel corso degli anni da questo artista - del quale la mostra offre solo un accenno - costituisce il préalable irrinunciabile per comprendere il dispiegamento dell'offerta della sua produzione attuale che l'esposizione in svolgimento articolatamente propone. Ma il presupposto stesso di questa sorta di background non sarebbe ancora sufficiente a spiegare il senso delle dinamiche figurative di Remo Romagnuolo se non introducessimo anche una considerazione appropriata sull'ordine logico che presiede il dato segnico, conferendo all'intervento creativo una convincente caratura contenutistica.
Con tali caratteristiche, insomma, l'opera di Remo Romagnuolo va al di là del dettaglio del singolo dipinto e si dispone, piuttosto, su un orizzonte prospettico per lasciarsi osservare da un fruitore coinvolto attivamente nel processo di conferimento di senso ad un prodotto artistico significativamente orientato nell'ordine "concettuale". Non avremmo detto ancor tutto, però, di questa mostra, se non additassimo anche la godibilità particolare di questi lavori che si presentano notevoli nella restituzione figurativa della fenomenologia dell'esistente, con particolare riferimento alla resa della figura umana, e ricchi di una cromia intensa e palpitante, qualificata, peraltro, da sapienti soluzioni di cangiantismo, che evocano rimandi serici di lontana ascendenza seicentesca addirittura artemisiana e vouettiana. La pittura napoletana della nostra contemporaneità sa scoprire, in tal modo, nelle sue antiche e nobili radici, gli utili presupposti per un ripensamento della sua storia non epigrammata sulla rimodellazione d'un archetipo, ma introiettata nella reinterpretazione d'un'istanza che assume tutti gli aspetti più qualificanti della nostra contemporaneità, sfuggendo alle insidie del citazionismo postmoderno e proponendosi, piuttosto, come epifenomeno dei problemi dell'uomo moderno. Ha un titolo non casuale questa mostra: "What Future?".
Dal quotidiano ROMA del 21/04/2011
Rosario Pinto
Remo RomagnuoloNew Light al Pan
"New Light" è il titolo prescelto da Remo Romagnuolo, che inaugurerà la sua mostra al Pan - Palazzo delle Arti di Napoli sabato prossimo. L'artista, da anni, persegue una ricerca imperniata sulla messa a punto di un linguaggio decisamente spiazzante e di difficile perimetrazione stilistica.
Di primo aspetto, la sua pittura appare di ordine surreale, volta alla messa a punto di un linguaggio che sfugge alla restituzione dell'oggetto in quanto tale, scegliendo, piuttosto l'artista di fornire un suggerimento della sua datità epifenomenica.
C'è poi, l'elemento coloristico, che è vivo e scintillante e definisce fasce cromatiche di larga campitura che creano effetti di intrigante cangiantismo che vale, al tempo stesso, a nascondere, ma anche a rivelare, l'impermanenza figurativa degli oggetti di volta in volta illustrati.
La mostra di prossima inaugurazione al Pan sarà articolata in tre sezioni: Informatica, Telematica, Nuova Luce.
Non è senza ragione che tutto ciò avvenga, dal momento che, non da oggi soltanto, Romagnuolo persegue un'indagine sistematica sulle opportunità creative che offrono i media e sul dispiegamento significazionale che si apre per una ricerca che sappia integrare le varie modalità di espressione, non limitandosi, insomma, a decidersi definitivamente per una abrogazione delle tecniche "tradizionali", e non disdegnando, quindi, di aprirsi ad una sperimentazione che si nutre di innovazione incalzante.
Nel seguire la pratica creativa di questo artista, nel corso del tempo, abbiamo imparato ad apprezzarne la coerenza deliberativa di un indirizzo stilistico che non cede alla lusinga di avventurismi e di azzardi, andando, piuttosto, lungo la via retta di una sperimentazione attestata sul binario di una incrementazione costante dei risultati progressivamente maturati con l'affinamento della tecnica, avviando un percorso lento ed accorto, modellato secondo un passo d'avanzamento leggibile e sicuro.
Dal quotidiano ROMA del 28/11/2016